IL PROGETTO
«Il centro della città è a pochi chilometri ma qui, nell’area che ospita Mediterranea, a pochi metri da Villa Doria Pamphili, il traffico e il rumore appaiono distanti, si vive l’esperienza di immergersi in un pezzo di campagna romana, con i colori e i profumi che rendono questo luogo un rifugio per gli occhi e per l’anima».
Così Andrea Ferraretto, amico e giornalista, in un articolo per La Stampa
descrive il parco di due ettari, di fianco a Villa Doria Pamphili «che fino a poco tempo fa era incolto e oggi è l’occasione per sperimentare un modello di integrazione rivolto un gruppo di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e umanitaria, regolarmente soggiornanti a Roma, con l’intenzione di accompagnarli lungo un percorso adeguato all’inserimento nel tessuto sociale e lavorativo».
Uscire dal proprio orto
Mediterranea è un’associazione culturale, di formazione continua nata inizialmente come progetto a inizio del 2018, grazie alla sinergia tra la Congregazione della Missione, che ha messo a disposizione un parco di due ettari di fianco a Villa Doria Panphilj e la Cooperativa Medihospes che gestisce diversi Centri di accoglienza SPRAR a Roma.
Fin dall’inizio, il progetto Mediterranea centra i suoi obiettivi di inclusione e integrazione generando strategie partecipative con laboratori di formazione, con il contributo di amici giardinieri, ortolani, artisti, grafici, stilisti, architetti, designer e grazie al sostegno e a collaborazioni con associazioni, enti e università, come il vivaio di Cascina Bollate, l’istituto Gustolab International Food System and Sustainability, la Washington University, l’Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie di Roma (AANT). Insieme si collabora alla crescita e allo sviluppo di un progetto che diventa sempre più complesso poiché da un lato si vogliono sfruttare le potenzialità del terreno a disposizione e dall’altro si cerca sviluppare le capacità e le risorse del gruppo di migranti che provengono prevalentemente dall’Africa Subsahariana al Medio Oriente.
Mediterranea nasce con l’intento di avviare la coltivazione di un orto, ma in pochi mesi quell’idea si sviluppa in multiple direzioni con l’obiettivo, molto più ambizioso, di costruire un modello economico sostenibile e un laboratorio di innovazione sociale che possa rappresentare opportunità concrete di lavoro. Così oltre all’orto, si avvia un vivaio con una piccola collezione botanica di piante del mediterraneo, resilienti e xerofile, con le quali proponiamo aree verdi facili da coltivare. Nasce, come conseguenza dell’attività vivaistica, anche una squadra di manutenzione e realizzazione per nuovi giardini e terrazzi urbani a bassa manutenzione. In un angolo del parco progettiamo e realizziamo anche un giardino formale di piante aromatiche, con le quali produciamo sali e zuccheri aromatizzati, grazie a mix originali di erbe e spezie.
Una molteplicità di attività che giorno dopo giorno crea una piccola comunità di lavoro molto coesa e ricca di risorse e competenze. Tra queste, anche la capacità di fabbri e falegnami con i quali si avvia da subito la costruzione di elementi come tavoli, panche, bancali per il vivaio, realizzati esclusivamente con materiali poveri o di scarto.